E’ già... perchè in questo modo molti dei ragazzi sui 20 anni oggi ottengono un personal computer di ultima generazione che utilizzeranno per tutto tranne che per l’università o la scuola. In un mondo dove l’informatica regna sovrana non è poi così difficile per un giovane far sborsare al papà (in genere più affine alla tecnologia) quei 1.000/1.500 euro per portare a casa un mostro con quantità di ram e core da far addrizzare i capelli, dispositivi in grado di generare milioni, miliardi di dati nell’arco di un minuto… E’ qui che entra in gioco l’amore paterno, la volontà di accontentare una richiesta che ha dei fini istruttivi, perché no! In fondo serve per le dispense, per i programmi, nostro figlio senza word? Perché mai? Gli altri della classe già l’hanno comprato! Bene bastano quindi due parole messe al posto giusto ed il computer è nelle mani del ragazzo, e il suo utilizzo “medio”? accensione, installazione programmi utili, inernet, facebook, siti diciamo “sensuali”, download illecito di film e musica… Ma dove sono le dispense? E powerpoint? E word? I libri? No, ora c’è il rifugio tecnologico che non solo aiuta a dimezzare i momenti di studio ma addirittura diventa un amico, più importante dei familiari, un appiglio per non pensare a nulla, una risorsa per evadere dalla realtà quotidiana, come? Semplice! Con i Videogiochi. Si, perché ad oggi un adolescente degno di questo nome è protagonista di almeno 5 diversi personaggi all’interno di vere e proprie carriere video ludiche, che variano dal pilota di macchine in gare cittadine spericolate, al soldato assetato di sangue che vince facendo più “kill”… Oramai possiamo impersonare qualsiasi figura, possiamo fare qualsiasi cosa, persino investire i passanti e sparare a chiunque si trovi davanti a noi in una sperduta via di New York… e bene… tutta questa violenza, questo rifugio in un dispositivo tecnologico, mi chiedo, dove porterà i giovani?
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